martedì 21 agosto 2012

Nota n° 5 - Spirito Santo e CVII

Nota num. 5 pag. 11

Svolgo con piacere il grato compito di stender qualche riga di premessa a questo importante lavoro di Maria Guarini, anticipando che esso sarà il primo di una nuova collana che l'Editore intende dedicare alla odierna realtà ecclesiale, nell'intento di contribuire al dibattito allargato che si profila all'orizzonte per la necessità di realizzare una revisione critica dei documenti conciliari che ha suscitato e suscita numerosi e qualificati interventi.

La "revisione critica" dà a me, e non solo a me, l’idea della ricerca di un compromesso tra la menzogna e la verità. La domanda a cui non so dare risposta è se è meglio mezza verità della menzogna (ma mezza verità non è menzogna?) ? La ricerca dell’ottimo nega la possibilità del meglio ? Se parlassimo di politica non avrei dubbi … ma in realtà parliamo delle Verità Eterne della Fede Cattolica e quindi ritengo che non sia lecito agli uomini (tutti) scendere a compromessi. D’altra parte è arduo pensare che lo Spirito Santo possa scendere a compromessi con Se Stesso, sarebbe come negare la Sua presenza nel CVII e magari anche durante la sua revisione, visto che la revisione dovrebbe correggere eventuali errori. Oppure correggere solo eventuali errori di interpretazione ? Ma anche la correzione degli errori di interpretazione di documenti scritti sotto la guida dello Spirito Santo non potrebbe essere fatta senza la Sua guida. Sicuramente gli errori non sono attribuibili a Lui ed allora dobbiamo ammettere, come conseguenza logica e senza incorrere nel peccato di fideismo, che c’è stata un eclisse dello Spirito Santo in gran parte della componente magisteriale della Chiesa. Diciamocelo Papi compresi, sia nella parte attiva nella diffusione degli errori ma soprattutto nella parte passiva, avendoli (gli errori) percepiti e non avendoli combatutti. Comunque non se ne esce senza traumi per la Fede.
Almeno che, ultima ratio?, non si dica che il CVII, come Concilio pastorale, sia stato superato dal passare del tempo che oggi scorre più veloce di ieri. I 50 anni sono pochi per un Concilio Dogmatico ma tanti, tantissimi soprattutto nel 2000, per indicazioni pastorali.Qualche maligno, tra cui il sottoscritto, potrebbe osservare che visti i risultati la pastorale era già sbagliata fin dall’inizio … ma non si può salvare tutto. C’è un’ultima considerazione da fare: la presenza del libero arbitrio. Sicuramente i Padri sinodali erano assistiti dallo Spirito Santo ma questo non esclude che la maggioranza di essi non ne abbia tenuto conto. Come vedremmo uno Spirito Santo che tratta i partecipanti al Concilio come automi ?

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